Centro storico, un Patrimonio Unesco
Il Centro storico di Roma dalla fine di luglio ha un nuovo Piano di Gestione nella sua qualità di Patrimonio Unesco. La Giunta capitolina ha dato infatti il via libera al Piano di Gestione 2024-2030 del “Sito Patrimonio Mondiale Centro Storico di Roma, proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella Città e San Paolo fuori le Mura”.
Il documento che interessa il centro storico, un’area di circa 1500 ettari, è stato redatto con il coordinamento della Sovrintendenza Capitolina ed è l’aggiornamento di un primo Piano di Gestione, approvato nel 2016. Dopo il passaggio presso gli organi competenti della Santa Sede, sarà inoltrato al Centro del Patrimonio Mondiale presso l’Unesco a Parigi.
“Si tratta – spiega il Campidoglio in una nota – di un passaggio di grande importanza per la piena e corretta tutela del patrimonio monumentale romano riconosciuto di interesse mondiale dall’Unesco, l’Agenzia dell’Onu che si occupa, tra le altre cose, della tutela del patrimonio culturale globale”.
La nota del Campidoglio spiega anche che “al Sito Unesco si affianca dal 2023 una “Buffer Zone”, una zona-cuscinetto che ha il duplice compito di proteggere il Sito Unesco e di costituire un ponte tra questo e le zone più periferiche della città”.
Il centro storico di Roma è iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco dal 1980 e “da allora la programmazione delle azioni necessarie alla tutela e la valorizzazione dell’area devono seguire indirizzi e programmi elaborati in sede nazionale e internazionale”.
Qual è l’obiettivo del Piano di Gestione approvato a luglio?
“La missione è di assicurare che sia preservato il Valore Universale Eccezionale del Sito, che costituisce condizione imprescindibile per l’inserimento del centro storico di Roma nella lista del Patrimonio Unesco. Il Piano è una guida per la corretta interpretazione dei valori che caratterizzano il Sito, combinando conservazione, crescita e sviluppo socio-economico della città e bilanciando gli interessi dei diversi soggetti che operano al suo interno”.
Nel Piano sono delineati i criteri per portare avanti azioni di:
- Conservazione del Patrimonio, del Paesaggio Naturale e del Paesaggio Urbano, mitigando gli effetti negativi dell’attività antropica sul decoro, potenziando gli strumenti di conoscenza per la salvaguardia del Paesaggio Urbano e del Paesaggio Naturale;
- Valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del Sito, della sua storia e della sua identità culturale anche in coordinamento con le iniziative provenienti dalla comunità locale, da coinvolgere sempre di più nei processi decisionali;
- Sostegno allo sviluppo di un turismo sostenibile, grazie a uno stretto coordinamento tra i molteplici attori del settore in modo da esaltare i valori identitari del Sito e nel contempo alleggerire la pressione antropica su di esso, incentivando una efficace regolamentazione del sistema ricettivo al fine di salvaguardare il tessuto cittadino e la vita della comunità;
- Promozione della conoscenza del Sito, favorendo la sua comunicazione coordinata con quella delle varie istituzioni territoriali e promuovendo programmi di Capacity Building e di formazione degli addetti.
“L’adozione del nuovo Piano di Gestione è un passaggio fondamentale per riuscire a conciliare la tutela e la conservazione del patrimonio con lo sviluppo della città moderna – secondo l’assessore alla Cultura Miguel Gotor – trovando un punto di equilibrio tra tradizione e tecnologia e interessi pubblici e privati, puntando a superare i possibili fattori di rischio che potrebbero mettere a repentaglio l’eccezionale valore universale riconosciuto a Roma dall’Unesco. Quella di una corretta e attenta gestione del Sito Unesco di Roma è una sfida affrontiamo con determinazione e impegno, coscienti anche della nostra responsabilità nei confronti delle generazioni future”.
(aacs)