Caldo implacabile? E lavare il Centro?
I servizi ad agosto, a Roma, subiscono una contrazione come se fossimo ancora negli anni Cinquanta e tutti partissero per le vacanze. Restano in città molti romani, si triplica la popolazione con i turisti. Eppure i servizi sono limitati, a partire dal trasporto pubblico che effettua riduzioni estive sui bus. Con il risultato che soprattutto sulle linee del Centro, con queste temperature bollenti, ci si ritrova a viaggiare stipati su autobus al limite della capienza dove anche l’aria condizionata risulta inutile. Anche un semplice raffreddore, in quelle condizioni, si diffonde a metà popolazione.
Ama ha comunicato invece di aver intensificato i servizi di igiene urbana e di decoro nel mese di agosto, mentre sino alla fine di luglio sono state svolte attività di spazzamento e lavaggio meccanizzato di strade e marciapiedi in tutta la città per un totale di 5.500 chilometri di strade compresi 700 chilometri di grandi arterie, utilizzando anche enzimi biologici per la sanificazione. In Centro, abbiamo sentito i macchinari passare anche in alcune strade più interne ai Rioni. Ma resta sempre sospesa una domanda: perché non lavare le strade del Centro riprendendo una buona abitudine – questa sì – propria della Roma degli anni Cinquanta e Sessanta? Quando si collegavano dei lunghi tubi alle saracinesche dell’acqua presenti sul suolo – ancora disseminate nelle strade del Centro – e semplicemente si annaffiava la città. Sarebbe una buona pratica per tenere pulite le strade con regolarità e nei mesi caldi, ormai bollenti, potrebbe allentare il calore in alcune ore della giornata. La rete delle saracinesche va verificata, alcuni collegamenti potrebbero essere stati interrotti per una sovrapposizione di altri servizi e cantieri, ma se anche la metà di quelle bocchette fosse ancora utilizzabile, lavare il Centro sarebbe un grande passo avanti e un vero contributo alla sua pulizia.
A questo però si potrebbe aggiungere una proposta: perché non invitare ogni negozio a spazzare e lavare lo spazio antistante l’ingresso e le vetrine all’apertura del mattino?
Il centro storico di Roma è iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco dal 1980 e “da allora la programmazione delle azioni necessarie alla tutela e la valorizzazione dell’area devono seguire indirizzi e programmi elaborati in sede nazionale e internazionale”.
Qual è l’obiettivo del Piano di Gestione approvato a luglio?
“La missione è di assicurare che sia preservato il Valore Universale Eccezionale del Sito, che costituisce condizione imprescindibile per l’inserimento del centro storico di Roma nella lista del Patrimonio Unesco. Il Piano è una guida per la corretta interpretazione dei valori che caratterizzano il Sito, combinando conservazione, crescita e sviluppo socio-economico della città e bilanciando gli interessi dei diversi soggetti che operano al suo interno”.
Nel Piano sono delineati i criteri per portare avanti azioni di:
- Conservazione del Patrimonio, del Paesaggio Naturale e del Paesaggio Urbano, mitigando gli effetti negativi dell’attività antropica sul decoro, potenziando gli strumenti di conoscenza per la salvaguardia del Paesaggio Urbano e del Paesaggio Naturale;
- Valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del Sito, della sua storia e della sua identità culturale anche in coordinamento con le iniziative provenienti dalla comunità locale, da coinvolgere sempre di più nei processi decisionali;
- Sostegno allo sviluppo di un turismo sostenibile, grazie a uno stretto coordinamento tra i molteplici attori del settore in modo da esaltare i valori identitari del Sito e nel contempo alleggerire la pressione antropica su di esso, incentivando una efficace regolamentazione del sistema ricettivo al fine di salvaguardare il tessuto cittadino e la vita della comunità;
- Promozione della conoscenza del Sito, favorendo la sua comunicazione coordinata con quella delle varie istituzioni territoriali e promuovendo programmi di Capacity Building e di formazione degli addetti.
“L’adozione del nuovo Piano di Gestione è un passaggio fondamentale per riuscire a conciliare la tutela e la conservazione del patrimonio con lo sviluppo della città moderna – secondo l’assessore alla Cultura Miguel Gotor – trovando un punto di equilibrio tra tradizione e tecnologia e interessi pubblici e privati, puntando a superare i possibili fattori di rischio che potrebbero mettere a repentaglio l’eccezionale valore universale riconosciuto a Roma dall’Unesco. Quella di una corretta e attenta gestione del Sito Unesco di Roma è una sfida affrontiamo con determinazione e impegno, coscienti anche della nostra responsabilità nei confronti delle generazioni future”.
(aacs)